La buona parola di René Magritte – Pasqua 2024

La buona parola di René Magritte – Pasqua 2024

È sempre difficile osservare un’opera d’arte surrealista perché vorremmo coglierne tutti i significati nascosti, eppure sentiamo di non avere chiavi di lettura sufficienti e ne restiamo a volte affascinati, altre sconcertati, perché mantiene la forza del suo mistero.

Anche la nostra fede conserva i tratti del mistero, anzi, della fiducia. Fin dall’Antico Testamento ci è stato annunciato quanto ci è stato rivelato oggi. Gesù risorge ma non si mostra a tutti, non ancora, non a tutti è dato vederlo, dopo tre giorni. Ancora una volta, sono la forza della fede e dell’annuncio a dare concretezza a quanto accaduto.

Osservando il dipinto di René Magritte “La buona parola”, vediamo un muro che impedisce di vedere cosa ci sia in secondo piano. Al di sopra di esso percepiamo un cielo azzurro e davanti ad esso, al centro del dipinto, sopra a un marciapiede, un lampione che nella parte sommitale, al posto della luce, ha una rosa rosa sbocciata.

Quel muro ci impedisce la vista, ma questo non significa che oltre non ci sia nulla!

Un oggetto fa supporre che ci sia qualcosa dietro di lui” dice Magritte. L’oggetto, il muro, quindi, diventa un modo per mostrare che c’è dell’altro, anche se questo Altro, questo Oltre, sono insondabili, non conoscibili con la ragione umana.

Nelle opere d’arte surrealista spesso ci troviamo di fronte a elementi tra loro sconnessi, estrapolati dai loro contesti e tutto questo ci spiazza. Non deve essere stata tanto diversa la reazione dei discepoli nell’aver trovato il sepolcro, dove avevano riposto il corpo senza vita di Gesù, vuoto!

Gli artisti surrealisti, dietro a questa apparente stravaganza, creano dei cortocircuiti per un motivo ben preciso:

“Il surrealismo”, spiega Magritte, “è la conoscenza immediata della realtà”.

Si riferisce ad una realtà che va ben oltre al dato visibile, è quella dell’Inconscio, ciò che di irrazionale e insondabile si trova dentro di noi e che non possiamo cogliere con la ragione. La Verità invece del cristiano è Gesù stesso, che non possiamo conoscere con la ragione, dobbiamo fidarci, di quanto ci ha detto, di quanto ha fatto, di quanto i suoi discepoli, di allora e di oggi, ci hanno testimoniato.

Non ci è dato di vedere oltre quel muro, Gesù chiede di credere, chiede di fidarsi, chiede di annunciare! Forse oltre quel muro c’è tutta la luce del Risorto, non importa se ora non possiamo vederla, questa luce fa chiaro tutto intorno a sè, la cogliamo nel cielo azzurro che possiamo scorgere oltre quel muro. Davanti ad esso, un lampione con una rosa appena sbocciata al posto della lampadina sembra suggerirci che non dobbiamo fermarci a cercare luci artificiali, è altrove che va cercata la “Luce del mondo”. Qui possiamo cogliere solo ciò che ci permettono i nostri sensi, qualcosa di terreno, di effimero, per quanto bello, un riflesso, un frutto di quella luce, come una rosa che se ne è nutrita per poter sbocciare.

“Quello che è importante, non lo si vede…”

“Certo…”

” È come per il fiore. Se tu vuoi bene a un fiore che sta in una stella, è dolce, la notte,

guardare il cielo. Tutte le stelle sono fiorite”

Non è Magritte a dire queste parole ma il Piccolo Principe, proprio quando si trova a salutare il suo amico aviatore davanti a quel muro che li separerà da lì in avanti. Le stelle, i lampioni che illuminano la notte, sono fiorite, oggi.

Pasqua significa “passaggio”. Gesù passa dalla morte alla vita per permetterci di passare dalla schiavitù del peccato (cioè ogni volta che abbiamo cercato consolazione in cose che poi ci hanno lasciati più vuoti di prima) alla libertà. Se quel muro da un lato è l’ostacolo che ci impedisce di vivere in pienezza, esso è anche qualcosa che separa un prima e un dopo, un qui e un Altrove. Quel muro ci fa presagire un Oltre che è nel tempo e nello spazio, eterni e infiniti, quelli di Dio, quelli che Gesù ci apre oggi, squarciando il velo del tempio, la separazione tra divino e umano. Non c’è muro che possa fermarLo. Noi su cosa vogliamo soffermarci? Sul muro che non ci fa vedere oltre, che ci blocca, o sulla luce, i colori e i profumi che si espandono tutto intorno?

Se facciamo questo passaggio, questa Pasqua, insieme a Gesù, capiremo che non serve luce a quel lampione perché ogni cosa è illuminata, la luce scavalca anche quel muro e fa fiorire la vita attorno a noi e dentro di noi.

Buona Pasqua di Resurrezione e di Luce!

René Magritte, La buona parola (La bonne parole/Words of wisdom), 1938, Collezione privata