La celebrazione della Festa della Mamma non ha origini cristiane, alcuni affermano che questo giorno deriva dall’usanza di adorare la madre terra nell’antica Grecia.
Per noi cristiani, che significato può avere tale ricorrenza?
Ci viene spontaneo rivolgere il pensiero alla Madre di tutti noi, Maria, attenta ai nostri bisogni, capace di interpretarli e di porsi in dialogo con noi. Il suo sguardo amorevole sempre rivolto verso i figli come avvenuto nel primo miracolo compiuto da suo Figlio nelle Nozze di Cana. Durante la festa Maria si avvicina al Figlio facendogli notare che il vino sta finendo. Una premura all’apparenza semplice ma che nasconde un’attenzione materna ricca di bontà.
La disponibilità di Maria, Madre, a prestare il proprio aiuto nella quotidianità e nei momenti in cui la vita ci mette alla prova è gratuito, segno di un amore autentico, vero.
Ai giorni nostri, quello di Maria è un amore che si affianca all’umanità in difficoltà, si fa mediatore in tutte quelle mamme costrette ad affrontare la drammaticità della guerra assieme ai loro figli. Madri “sovversive”, coraggiose, come fu Maria, con una premura costante nel cercare di rispondere alle esigenze concrete, imminenti, di un presente pieno di rischi che compromette anche le certezze di un futuro sereno immaginato per i propri figli.
L’ormai simbolo di culto, “La Madonna di Kiev”, immortala non solo il prendersi cura da parte della madre delle necessità del figlio, ma anche il naturale bisogno del bambino, e più in genarle di un figlio, di affidarsi alle cure e all’affetto materno. Il desiderio di maternità accompagna ognuno di noi per tutta la vita, divenendo una relazione che, nei momenti difficili, può ri-metterci al mondo, farci ri-nascere.
In questo momento Maria, mamma, guarda l’umanità con uno sguardo amorevole, con tenerezza e misericordia, indicandoci la via della pace.