Il sole di Pellizza da Volpedo

Il sole di Pellizza da Volpedo

Cosa significa la Pasqua per noi oggi, in questo tempo?
Abbiamo scelto tre parole, come tre sono le nostre voci, che, in questo periodo così particolare, assumono un significato ancora più forte.

Speranza
Nella notte che precede la Pasqua del Signore, i discepoli sconfortati e impauriti erano chiusi in casa, nascosti; quella notte interminabile sembrava non avere fine. Una situazione che a noi oggi suona molto familiare: ormai da un anno viviamo in un perenne Sabato Santo, siamo avviliti e in attesa, aspettiamo la fine della sofferenza e della malattia e l’arrivo della nostra Pasqua, che ci sembra tardi ad arrivare.
Dopo ogni notte però sorge il Sole, questa eterna attesa è solo preludio di una nuova alba, di una nuova rinascita, e ciò non ci deve far perdere la speranza. E così avvenne 2000 anni fa quando, nel momento in cui tutto sembrava perduto, c’era già un segnale di speranza: “Nel luogo dov’era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo” (Gv 19,41). Sembra quasi impossibile che in una vecchia cava ci sia un giardino. Ed è proprio qui, in un giardino, luogo in cui si sviluppa la vita, che viene posto il sepolcro di Gesù, testimone di un amore più potente della morte. Questo giardino, il sepolcro nuovo, ci ricorda di non perdere la speranza. La nostra Pasqua è vicina, a dividerci c’è solo un’alba.
Edoardo

Rinascita
In questo momento di necessarie limitazioni proviamo un senso di smarrimento, fatichiamo a risollevarci e nel tentativo di riuscirci anche la nostra anima pare anestetizzata. Ognuno di noi ha il suo “macigno” che non lascia passare spiragli di amore, speranza e fiducia, impedendoci di vivere relazioni autentiche.
Pasqua è il momento della rinascita, con forza e coraggio rotoliamo via questi pesanti macigni dal nostro cuore e, trovando il sepolcro vuoto, potremo scorgere l’inizio di una nuova primavera: la Resurrezione di Cristo.
Valentina

 

Luce
In questo tempo ci sentiamo dentro ad un tunnel, a volte ci sembra di intravvedere la luce che ne indica la fine, ma si rivela essere solo un miraggio. Questo tunnel lo dobbiamo attraversare, percorrere tutto, non ci sono scorciatoie, proprio come Gesù deve passare per la via della croce; non c’è Pasqua, senza Passione.
Il dolore, la fatica, la solitudine…tutto ciò che ha vissuto Gesù lo stiamo vivendo anche noi, tutta l’umanità insieme, ma anche dopo la notte più buia il sole sorge, a volte magari coperto dalle nuvole o dalla foschia, ma c’è!
Ora non lo vediamo, è ancora confuso e incomprensibile, come la flebile luce dell’alba, ma quando sarà pieno giorno, resteremo abbagliati, come i discepoli che assistono alla Trasfigurazione.
Vivere la Pasqua oggi e da oggi allora, come per i discepoli, è mettersi in viaggio, pur nella serie di fatti che non comprendiamo, che ci pesano, che ci deludono e, in questo cammino, accorgersi che la Luce del Risorto è quella fiamma che guida i nostri passi [verso Emmaus], che fa ardere il nostro cuore anche se, nel buio, ancora non lo riconosciamo vivo accanto a noi.
Giulia