Un noto proverbio africano dice: “Se vuoi tracciare diritto il tuo solco, attacca l’aratro a una stella”. Poetico e saggio. I contadini sanno bene che per andare diritti nell’aratura di un campo – soprattutto se si utilizzano metodi antichi – occorre avere un preciso punto di riferimento verso il quale dirigere, un passo dopo l’altro, il proprio cammino.
Applicato alla nostra vita il proverbio sembra suonare così: per non perdersi, per dare un senso alle proprie azioni, è indispensabile avere un sicuro e adeguato punto di riferimento. Cosa meglio di una stella?
Si intuiscono, allora, i due pericoli più comuni. Guardare solo l’aratro o solo la stella. Nel primo caso è difficile andare diritti, nel secondo è facile perdere di incisività e profondità.
Importante, naturalmente, è anche avere un buon aratro e scegliere una buona stella. Sul primo versante –quello dell’aratro – appare di grande aiuto, per la nostra vita, avere una buona formazione, buoni strumenti e dedicarsi all’opera con cura, regolarità, incisività, profondità e tutto l’impegno del quale siamo capaci. Sul secondo versante appare non meno importante scegliere una buona stella e nella direzione giusta. Non è necessario che sia la più visibile e la più vicina. Potrebbe anche essere quella che, due millenni fa, alcuni Magi videro spuntare in Oriente (cfr. Mt 2,1 – 12). Un buon “contadino”, comunque, si distingue anche per la sua capacità di individuare e scegliere la stella giusta.
Claudio Stercal, Frammenti di Spiritualità, Centro Ambrosiano, Milano 2018